Ciao, appassionatə di cosmetica! Avete mai pensato alla storia che c’è dietro al vostro siero o rossetto preferito? Oltre alla promessa di una pelle radiante o delle labbra perfette, c'è una narrazione più profonda intrecciata con il settore cosmetico: la sua relazione con l'acqua. Dai campi dove sbocciano i nostri ingredienti naturali preferiti ai laboratori dove i prodotti prendono vita, l'acqua è un attore silenzioso ma cruciale. Infatti, a seconda della categoria di prodotto, i prodotti cosmetici possono contenere dal 60% all'85% di acqua (Natrue).
L'acqua viene principalmente utilizzata come solvente nei cosmetici e nei prodotti per la cura personale. Essa infatti scioglie molti degli ingredienti di skincare, come agenti condizionanti e agenti detergenti. (Cosmetics Info). Ma fermiamoci un attimo: l'acqua dolce del nostro pianeta non è infinita quanto il nostro amore per i prodotti cosmetici e di cura per la pelle.
Il settore si sta rendendo conto di questa realtà. Si parla di ‘waterless beauty’ (letteralmente 'bellezza senza acqua') e di una serie di tendenze sostenibili che fanno notizia. Ma prodotti completamente senza acqua sono la soluzione definitiva? O ci sono altri percorsi che possiamo intraprendere per garantire che i nostri rituali di bellezza non lascino il pianeta assetato?
Unitevi a noi in questo viaggio mentre approfondiamo l'impronta idrica nel settore cosmetico, mettendo in luce le pratiche sostenibili e i brand pionieri che stanno aprendo la strada.
In Breve
Il settore cosmetico ha un'importante impronta idrica, con prodotti che possono contenere dal 60% all'85% di acqua. L’acqua viene impiegata in maniera significativa in tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto di bellezza, dalla coltivazione degli ingredienti alla produzione.
Le acque reflue e l'inquinamento, inclusi i prodotti chimici nocivi e le microplastiche dai prodotti e dagli imballaggi, rappresentano una grave minaccia per la qualità dell'acqua e gli ecosistemi marini, con i prodotti cosmetici che contribuiscono alla contaminazione delle fonti di acqua dolce e degli oceani.
Le soluzioni sostenibili che possono essere adottate nel settore cosmetico includono prodotti di bellezza senza acqua, imballaggi sostenibili, approvvigionamento consapevole degli ingredienti, ottimizzazione del consumo d'acqua nella produzione, e pratiche dei consumatori per ridurre l'uso dell'acqua e supportare i marchi eco-compatibili.
Splash 101: Decifrare il Fenomeno dell'Impronta Idrica
L'acqua è l'essenza della vita. È presente in ogni goccia di siero, in ogni cucchiaino di crema e persino nei polveri che spargiamo sul viso. Ma vi siete mai fermati a pensare al vero costo della vostra idratazione quotidiana? Ecco entrare in gioco il concetto di impronta idrica.
Un'impronta idrica non riguarda solo l'acqua diretta utilizzata in un prodotto. È uno sguardo completo al volume totale di acqua dolce utilizzata, sprecata e inquinata per produrre un prodotto, dal suo inizio alla sua forma finale (Water Footprint). Nel settore cosmetico, questo può comprendere tutto, dall'acqua che irriga i campi di aloe vera e petali di rosa all'acqua utilizzata nelle fabbriche durante la formulazione del prodotto.
Ora, potreste chiedervi, perché tutto ciò è importante? Beh, il nostro pianeta sta affrontando una crisi idrica. Mentre circa il 71% della superficie terrestre è coperta d'acqua, solo il 3% di essa è acqua dolce, cioè non salata e adatta al consumo se pulita o trattata. E di quel minuscolo percentuale, solo lo 0,5% è facilmente accessibile, mentre il resto è intrappolato nei ghiacciai, nei campi di neve, nel suolo e nell'atmosfera (USBR). E con l'aumento delle richieste globali, questa preziosa risorsa è sottoposta a una tensione immensa. Secondo il World Resources Institute, molti paesi affronteranno elevati livelli di stress idrico entro il 2040.
Si stima che circa 120 miliardi di litri d'acqua siano utilizzati dal settore cosmetico ogni anno (Energy5, 2023). Analizziamo l'impronta idrica nel settore cosmetico:
Dai campi alle fabbriche: Gli ingredienti naturali sono la spina dorsale di molti prodotti nel settore cosmetico. Ma sapevate che alcuni di questi, come le mandorle, richiedono molta acqua? Ad esempio, per far crescere una mandorla può essere necessario fino a 3 galloni o 11 litri di acqua (Medium, 2022)? È davvero tanta acqua per un solo piccolo frutto! E non sono solo le mandorle; anche i campi di rose, lavanda e altre piante richiedono la loro quota d'acqua. Ma la storia non finisce qui. Una volta raccolti, questi ingredienti vengono trasportati alle fabbriche per la formulazione. Qui, l'acqua svolge molteplici ruoli, dal raffreddamento delle attrezzature alla pulizia e, naturalmente, come componente primaria in molti prodotti. Come evidenziato da un articolo di ScienceDirect, l'acqua è necessaria in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto cosmetico, portando a un elevato consumo e potenziali impatti inquinanti.
Packaging: Hai presente quell’elegante packaging dei tuoi prodotti preferiti? Non si tratta solo di estetica. La produzione di plastica per queste confezioni è molto intensiva in termini d'acqua. Secondo Dallmeier, ogni anno vengono prodotte almeno 75 miliardi di tonnellate di confezioni in plastica a livello globale per il settore cosmetico. Questa produzione richiede miliardi di metri cubi d'acqua.
Trasporto: Una volta confezionati e pronti, questi prodotti devono essere trasportati nei negozi e nelle case di tutto il mondo. Navi, camion e aerei, tutti fondamentali in questo processo di trasporto, hanno anch'essi una loro impronta idrica, soprattutto se si considera l'acqua necessaria per il raffreddamento e la manutenzione.
Il ruolo del consumatore: Le nostre abitudini di bellezza portano con sé una serie di storie legate all'acqua. Pensateci: una doccia di 10 minuti può utilizzare fino a 25 galloni o 95 litri d'acqua (Water Footprint Calculator). Aggiungete il risciacquo di prodotti come shampoo, balsami e detergenti per il viso, e vedrete quanto rapidamente si accumulino i numeri. E non si tratta solo di quantità; anche la qualità dell'acqua è influenzata. I residui dei prodotti possono contaminare le fonti d'acqua, portando a sfide ambientali più ampie.
Acque reflue: Dopo la produzione, c'è il problema delle acque reflue. Questa acqua, spesso contaminata da sostanze chimiche, coloranti e altri inquinanti, può finire nei fiumi e negli oceani se non viene adeguatamente trattata, con effetti negativi sulla vita acquatica e persino sulla nostra salute.
Le Acque Torbide del Settore Cosmetico: Acque Reflue e Inquinamento Idrico
Il settore della cosmesi, con la sua vasta gamma di prodotti, produce inevitabilmente una quantità significativa di rifiuti. Una parte consistente di questi rifiuti è rappresentata dalle acque reflue industriali, che negli ultimi tempi sono emerse come un tipo dominante di inquinamento. Queste spesso contengono residui dei prodotti stessi che amiamo, dalle creme ai sieri (Springer, 2022). Se non vengono trattate correttamente, queste acque reflue possono contaminare le nostre fonti d'acqua dolce. Ciò non influisce solo sugli ecosistemi acquatici, ma può avere ripercussioni anche sulle popolazioni umane. Immaginate tutte le sostanze chimiche di uno struccante o di una crema idratante che finiscono in un fiume o in un lago nelle vicinanze!
Ma la storia non finisce con le acque reflue. Quando risciacquiamo i nostri prodotti di bellezza, certi ingredienti possono avere effetti dannosi sulla vita marina. Ricordate quelle minuscole particelle abrasive nei prodotti esfolianti? Si tratta di piccoli frammenti di plastica (inferiori a 5 mm di diametro) chiamati microsfere, ed è stato un problema significativo. I ricercatori hanno analizzato uno scrub viso prodotto da una determinata multinazionale e hanno scoperto che conteneva circa 330.000 microsfere di plastica individuali (Save the Water, 2014). Queste minuscole particelle di plastica possono finire negli scarichi e giungere nei nostri oceani, dove vengono ingerite dalla vita marina, causando danni e entrando nella catena alimentare. I Paesi Bassi sono stati il primo Paese a vietare le microsfere di plastica nel 2014, seguiti da altri Paesi come Italia, Australia, Corea, Regno Unito e Stati Uniti (OECD, 2020). Un altro esempio? Molte creme solari contengono sostanze chimiche come l'ottinoxato e l'ossibenzone. Queste sostanze possono proteggere la nostra pelle dai raggi UV, ma quando vengono lavate via, possono sbiancare e danneggiare le barriere coralline, perturbando gli ecosistemi marini. Un altro colpevole nascosto è l'imballaggio. Ogni anno, il settore cosmetico produce 120 miliardi di unità di packaging (Earth.org, 2023). Purtroppo, una parte significativa di questo imballaggio non viene riciclata, rendendo il settore della cosmetica uno dei principali contributori allo smaltimento annuale di milioni di tonnellate di rifiuti di plastica nei nostri oceani (Save the Water, 2021; Vogue, 2022).
Come le Aziende Cosmetiche Possono Ridurre la loro Impronta Idrica
Nel rapporto tra il settore cosmetico e l'acqua una luce di speranza c'è. Molte aziende cosmetiche stanno intensificando i loro sforzi e facendo innovazione per ridurre la loro impronta idrica. Ecco alcune azioni che possono intraprendere per diminuire la loro dipendenza dall'acqua:
Abbracciare la ‘waterless beauty’: Varie aziende hanno iniziato a offrire prodotti ‘waterless’, cioè prodotti formulati senza acqua o con un contenuto d'acqua minimo. Brand come Faith in Nature e Glivee sono in prima linea, offrendo shampoo e balsami solidi che non richiedono acqua nella loro formulazione. Allo stesso modo, Susteau ha sviluppato prodotti per la cura dei capelli attivati dall'acqua che si presentano in forma di polvere, riducendo drasticamente il contenuto d'acqua tipicamente presente negli shampoo liquidi.
Packaging sostenibili: L'imballaggio non riguarda solo l'estetica; riguarda la responsabilità. Aveda è stata una pioniera nell'uso di materiali riciclati post-consumo per i loro imballaggi. D'altra parte, Ethique ha completamente abbandonato la plastica, offrendo prodotti di bellezza solidi avvolti in materiali compostabili, garantendo così un minimo spreco.
Selezione consapevole degli ingredienti: Alpyn Beauty si distingue per la raccolta selvatica degli ingredienti. Ciò significa che raccoglie piante selvatiche in modo sostenibile, garantendo che l'ambiente non subisca danni e che venga utilizzata una quantità minima d'acqua. Le loro pratiche assicurano che gli ecosistemi rimangano indisturbati e le fonti d'acqua non vengano inquinate.
Ottimizzazione del consumo d'acqua nella produzione: Aveda ha implementato iniziative per ridurre il consumo d'acqua nei propri processi di produzione. Nel frattempo, L'Oréal ha istituito processi di trattamento delle acque reflue nelle proprie strutture, garantendo che l'acqua utilizzata venga trattata e riciclata, minimizzando gli sprechi.
Ridurre l'acqua nella catena di approvvigionamento: Weleda e Dr. Hauschka sono campioni dell'agricoltura biodinamica. Essi ottengono gli ingredienti da fattorie che seguono pratiche agricole sostenibili, garantendo un minimo spreco d'acqua e nessun deflusso chimico. Nel frattempo, due dei tre criteri utilizzati da L'Oréal per la selezione dei fornitori sono legati alla gestione dell'acqua.
Limitare le emissioni nocive: BABOR utilizza un sistema di microfiltrazione per filtrare le acque reflue e produce circa 15.000 litri d'acqua pulita al giorno, mentre LUMENE ha investito in sistemi di purificazione dell'acqua (Beauty Packaging, 2020).
Diventare "Ocean Positive": OSEA è stato il primo marchio cosmetico a diventare "Ocean Positive". Ciò significa che non solo mira a ridurre il danno agli oceani, ma contribuisce attivamente al loro miglioramento. Oltre all'uso di imballaggi sostenibili e ingredienti che non danneggiano la vita marina, OSEA investe in progetti di ripristino costiero che sequestrano il carbonio dall'atmosfera.
Ogni Goccia Conta: Passi Pratici per Limitare l'Impronta Idrica della tua Routine di Bellezza
L'impronta idrica del settore cosmetico è vasta, ma come consumatori, abbiamo il potere di fare la differenza con le nostre scelte quotidiane. Ecco alcuni passi pratici per aiutarti a conservare l'acqua nella tua routine di bellezza:
Togli il trucco con attenzione: Invece di lasciare scorrere l'acqua dal rubinetto, inumidisci un batuffolo di struccante riutilizzabile o un panno, spegni il rubinetto e poi usalo per rimuovere il trucco.
Fai docce più brevi: Ridurre il tempo della doccia anche solo di un minuto può permetterti di risparmiare fino a 900 galloni o 3400 litri d'acqua all'anno. Considera l'idea di utilizzare un timer per la doccia o ascoltare una breve canzone per tenere il conto (CNET, 2023).
Scegli prodotti senza acqua o concentrati: Opta per prodotti che non richiedono acqua per l'applicazione o la rimozione, come detergenti in polvere, idratanti in stick o maschere in foglio asciutto, oppure per prodotti concentrati che richiedono meno acqua nella loro formulazione e possono essere diluiti secondo necessità.
Limita il tempo nella vasca da bagno: Per quanto siano lussuosi, i bagni possono consumare fino a 40 galloni o 150 litri d'acqua. Se ami fare il bagno, cerca di limitarli alle occasioni speciali o usa una vasca mezza piena (GWMWater).
Spegni il rubinetto quando non è in uso: Sia che stai lavando i denti, esfoliando il viso o applicando una maschera, spegni sempre il rubinetto quando non è in uso.
Riutilizza l’acqua: Se hai risciacquato un contenitore di prodotto, utilizza quell'acqua per le tue piante o per la pulizia, invece di versarla nello scarico.
Tieniti informatə e sostieni i brand sostenibili: Resta informatə sulle pratiche legate all'acqua dei tuoi brand preferiti e sostieni quelli che danno priorità alla conservazione dell'acqua. Il tuo potere d'acquisto può promuovere il cambiamento.
Nell'ormai immenso settore cosmetico, ogni goccia di cambiamento conta davvero. Le nostre scelte individuali, dai prodotti che scegliamo alle abitudini che coltiviamo, creano onde che possono portare a un'onda di impatto positivo. Essere consapevoli della nostra impronta idrica e sostenere i brand che danno priorità alla sostenibilità non migliora solo le nostre routine di bellezza; stiamo difendendo un futuro in cui bellezza e conservazione coesistono armoniosamente. Quindi, la prossima volta che afferrate quel detergente o idratante, ricordate: avete il potere di plasmare il futuro della cosmetica, una goccia alla volta.
Domande Frequenti
Quanta acqua viene utilizzata nei cosmetici?
I prodotti di bellezza, a seconda della loro categoria, possono contenere dal 60% all'85% di acqua.
Come viene utilizzata l'acqua nei cosmetici?
L'acqua funge da solvente predominante nei cosmetici e negli articoli per la cura personale, sciogliendo efficacemente numerosi ingredienti responsabili di fornire benefici alla pelle, tra cui agenti condizionanti e detergenti.
Quanta acqua consuma il settore cosmetico?
Il settore cosmetico utilizza circa 120 miliardi di litri d'acqua ogni anno.
Cos'è il concetto di impronta idrica nel settore cosmetico?
L'impronta idrica fornisce una visione completa del volume totale di acqua dolce utilizzata, sprecata e inquinata per produrre un prodotto, dalla sua nascita alla sua forma finale. Nel settore cosmetico, ciò include tutto, dall'irrigazione dei campi di ingredienti naturali all'acqua utilizzata nelle fabbriche durante la formulazione del prodotto.
Cos'è la ‘waterless beauty’?
La ‘waterless beauty’ si riferisce a prodotti formulati senza acqua o con un contenuto d'acqua minimo. Questi prodotti sono considerati più sostenibili ed ecologici a causa della loro ridotta impronta idrica.
Come possiamo risparmiare acqua nel settore cosmetico?
Per risparmiare acqua nel settore cosmetico, possiamo utilizzare tamponi riutilizzabili per la rimozione del trucco, accorciare le docce e limitare i bagni. È anche utile scegliere prodotti di bellezza senza acqua o concentrati. È essenziale chiudere il rubinetto quando non è in uso, riutilizzare l'acqua dai contenitori di prodotto sciacquati e supportare aziende che lottano per limitare il loro consumo d’acqua.
Quali sono le preoccupazioni ambientali relative alle acque reflue dell'industria cosmetica?
L'industria cosmetica produce una quantità significativa di acque reflue industriali, che possono contaminare le fonti di acqua dolce se non trattate correttamente. Ciò colpisce gli ecosistemi acquatici e può avere ripercussioni sulle popolazioni umane.
Cosa sono le microsfere e perché sono motivo di preoccupazione?
Le microsfere sono piccoli pezzi di plastica presenti negli scrub esfolianti. Possono scorrere giù per i tombini e finire negli oceani, dove vengono ingeriti da pesci e animali marini, causando danni ed entrando nella catena alimentare.
Come stanno riducendo le aziende cosmetiche la loro impronta idrica?
Le aziende cosmetiche stanno iniziando a produrre prodotti senza acqua, utilizzando imballaggi sostenibili, approvvigionando ingredienti in modo consapevole, ottimizzando il consumo d'acqua nella produzione, riducendo l'acqua nella catena di approvvigionamento, limitando le scariche dannose e diventando "Ocean Positive".
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